C’è una sola cosa che si scrive solo per se stessi, ed è la lista della spesa. Serve a ricordarti che cosa devi comperare, e quando hai comperato puoi distruggerla perché non serve a nessun altro. Ogni altra cosa che scrivi, la scrivi per dire qualcosa a qualcuno.

Umberto Eco

lunedì 19 novembre 2007

L'odore del "se..."

Ieri, 18 novembre 2007, è nato un piccolo folletto.
Parcheggiato sul comodino aspettava l’avvio per una strana esistenza. La vita d’una creatura immobile e finta, dall’aria saccente e simpatica.
Aspettavamo la luna piena per dargli un nome, si doveva battezzare con tre gocce del proprio profumo, in pratica come con tutte le fate…

Poi un grido e pelo caldo fra le dita.
Non ci credi che ha smesso di respirare.
Non sai perché non l’hanno visto, eppure è più bianco che nero.
Cerchi il cuore oppure non lo cerchi più tanto sai già che non può più miagolare.

Pensi…il primo giorno che l’hai visto…piccolo batuffolo dispettoso, solo lui poteva buttarsi in piscina, ti chiedi se infondo sia mai stato un gatto!
Un bambino che usava le zampe come le mani, per spostare le cose e per mangiare.
Un po’ dittatore, nel volere e nel prendere anche l’affetto, troppo dolce per non essere umano.

Così esorcizzo il dolore.
Scrivo di qualcosa scomparso fra il grigio dell’asfalto e il freddo verde dell’erba.
Pomeriggio di un altro assurdo autunno che ti porta via un pezzetto di cuore.

…Tre gocce di lacrime e il suo nome è Golia!

Credo che si muoia davvero qualora la nostra storia non abbia più niente da insegnare e così si cade nell’oblio più totale.

Ho imparato che un attimo è veramente cosa breve, non avrei mai immaginato lo fosse così tanto.
Ho capito che la vita non è giusta con nessuno e che è una grande cosa l’amore.
Ho sentito che le lacrime sono calde e infinite quando si saluta anche un amico peloso benché con questo non si abbia condiviso gran parte della vita.
Ho scoperto che amo il viso del mio topo quando piange e ti saluta e mi guarda con quell’aria assurda d’un bambino ferito.

So con certezza che non ti dimenticheremo mai piccolo essere dispettoso!
Un estate di gioia e di carezze, fra la paura di perderti e la gioia di ritrovarti.
Spero che tu senta quanto sei stato amato, anche se in pratica ne ho la certezza.
Un qualcosa che sento così tanto da non dover neanche cercare la forza per sperare di crederci.
Lo so con la stessa sicurezza del respiro che m’accompagna.

Salutami la Viky e la Micia se le vedi.
Alla Micia non toccare la coda perché non è come Virgola, lei è veramente dispettosa.
La Viky mi sa che l’hai vista accanto a me…m’ha amato come pochi e me la sento ancora intorno. A lei puoi fare ciò che vuoi, è così buona che non ha eguali!