io ponga impedimenti: amore non è amore
che muta quando scopre mutamenti
o tende a ritirarsi se l'altro si ritira.
Oh no, esso è un faro per sempre fisso
che guarda alle tempeste e mai ne viene scosso;
è la stella polare per ogni nave errante,
e il suo volere resta ignoto,
anche se l'altezza ne sia presta.
Zimbello esso non è del Tempo,
anche se rosse labbra e guance
sian raggiunte della sua falce ricurva;
l'amore non muta con le sue brevi ore e settimane,
ma impavido resiste fino all'orlo del Giudizio.
Se questo è errore e mi sia provato,
io non ho mai scritto, e nessuno ha mai amato”.
William Shakespeare, Sonetto 116
Essere rinomati non è bello,
non è così che ci si leva in alto.
Non c’è bisogno di tenere archivi,
di trepidare per i manoscritti.
Scopo della creazione è il restituirsi,
non il clamore, non il gran successo.
È vergognoso, non contando nulla,
essere favola in bocca di tutti.
Ma occorre vivere senza impostura,
vivere così da accattivarsi in fine
l’amore dello spazio, da sentire
il lontano richiamo del futuro.
Ed occorre lasciare le lacune
nel destino, non già fra le carte,
annotando sul margine i capitoli
e i luoghi di tutta una vita.
Ed occorre tuffarsi nell’ignoto
e nascondere in esso i propri passi,
come si nasconde nella nebbia
un luogo, quando vi discende il buio.
Altri, seguendo le tue vive tracce,
faranno la tua strada a palmo a palmo,
ma non sei tu che devi sceverare
dalla vittoria tutte le sconfitte.
E non devi recedere d’un solo
briciolo dalla tua persona umana,
ma essere vivo, nient’altro che vivo,
vivo e nient’altro sino alla fine.
Boris Pasternak
da Poesie (Einaudi, 2009), trad. it. A. M. Ripellino
Ma quando ami vivi, forse male, forse bene, ma vivi.
Alda Merini
In te vacillo, cado
e m’alzo ardendo.
Tu tra tutti gli esseri
hai il diritto
di vedermi debole.
Pablo Neruda
“Non mettetemi accanto a chi si lamenta senza mai alzare lo sguardo, a chi non sa dire grazie, a chi non sa accorgersi più di un tramonto. Chiudo gli occhi, mi scosto di un passo. Sono altro. Sono altrove.”
Alda Merini
I ragazzi che si amano si baciano in piedi
Contro le porte della notte
E i passanti che passano li segnano a dito
Ma i ragazzi che si amano
Non ci sono per nessuno
Ed è la loro ombra soltanto
Che trema nella notte
Stimolando la rabbia dei passanti
La loro rabbia il loro disprezzo le risa la loro invidia
I ragazzi che si amano non ci sono per nessuno
Essi sono altrove molto più lontano della notte
Molto più in alto del giorno
Nell'abbagliante splendore del loro primo amore.
Jacques Prévert
Amo il silenzio
del primo mattino,
lo sbadiglio lento
dell' incompiuto giorno
ove tutto par nuovo,
di promesse intatto.
Godo l'assonnato risveglio,
l'attesa magica della vita
che pian piano,
là fuori,
ripullula di suoni.
(Luciana Bianca Cavalieri)
Di tutto restano tre cose:
la certezza
che stiamo sempre iniziando,
la certezza
che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza
che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell’interruzione,
un nuovo cammino,
della caduta,
un passo di danza,
della paura,
una scala,
del sogno,
un ponte,
del bisogno,
un incontro.
la certezza
che stiamo sempre iniziando,
la certezza
che abbiamo bisogno di continuare,
la certezza
che saremo interrotti prima di finire.
Pertanto, dobbiamo fare:
dell’interruzione,
un nuovo cammino,
della caduta,
un passo di danza,
della paura,
una scala,
del sogno,
un ponte,
del bisogno,
un incontro.
("Restano tre cose", Fernando Pessoa)
La guerra che verrà
non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima
C’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
Faceva la fame. Fra i vincitori
Faceva la fame la povera gente egualmente.
La guerra che verrà
non è la prima. Prima
ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima
C’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente
Faceva la fame. Fra i vincitori
Faceva la fame la povera gente egualmente.
(Bertold Brecht)
Nessun commento:
Posta un commento