
Oramai da anni mi sono rassegnata al fatto d'esserlo.
Da adolescente volevo essere perfetta, avere un animo nobile e idealista che mi portasse a difendere i deboli dai prepotenti. Vedevo la globalizzazione delle culture come un bene a cui non si poteva rinunciare, migliaia di chiese e di templi, le nostre fedi unite alle nostre usanze. Festeggiare qualsiasi evento che per un popolo fosse stato importante, gioire delle loro vittorie e piangere qualsiasi sconfitta.
Poi sono cresciuta e ho visto come gl'ideali spesso portassero solo morte e distruzione. Chi più ha fede più combatte, chi più ha fede meno è disposto ad accettare il prossimo con una fede diversa.
Sono rimasta terrorizzata, da questa forza che accompagna certi paesi verso il declino morale più totale. Per una volta possiamo anche lasciar perdere gli animali, anche se la grandezza di un popolo si nota vedendo come tratta la più indifesa delle sue creature. Per una volta ci possiamo concentrare sul rispetto per l'altro.
Noi in Italia non siamo perfetti però siamo meno imperfetti di tanti altri.
Però come italiana io non mi sento più la voglia di dividere la mia tolleranza in parti uguali.
Non è il colore della pelle che mi spaventa, anzi dirò, più è nera e più mi fido. Strano come le nostre culture di sole s'abbraccino... probabilmente era per quello che mi auspicavo un futuro di fratellanza. Probabilmente gli africani hanno anche un cuore più grande del nostro e spesso c'insegnano veramente l'altruismo. Gli episodi a dimostrarlo sono tanti e se ci pensiamo bene forse è anche questa loro bontà che li ha portati ad essere tanto sfruttati. Dal canto mio poi trovo che siano una razza meravigliosa...
Poi, si può volgere uno sguardo in altri paesi, chiusi e bigotti, stranamente vicini... possiamo anche solo guardare un po' più in basso, proprio in casa nostra.
Come l'Italia si divida in buoni e cattivi.
Ma la mia intolleranza più profonda arriva quando un popolo odora d'automa. Non riesco a sopportare l'idea della freddezza, del raggiungere uno scopo con tutti i mezzi, dell'idea che non ci siano più idee, ma che una sola debba bastare fino ad essere imposta. Non sopporto più che la gente debba morire per cambiare le cose e che un sacrificio non sia abbastanza, che per muoversi si debba aspettare l'ecatombe.
Un tempo avrei dato la mia vita per difendere anche un solo ideale. Meglio morire senza essere ricordati, ma aver fatto un passo in avanti per migliorare il mondo, che essere stati fermi e rimanere un nome fra altri miliardi di nomi.
Penso di essere una delle poche creature che non vuole che ci si ricordi di lei su questo pianeta e spesso la cosa non viene capita.
Prima avrei dato la vita per difendere anche un solo ideale ora sinceramente la mia vita me la voglio tenere ben stretta, ma troverò un altro modo per difendere un ideale!