C’è una sola cosa che si scrive solo per se stessi, ed è la lista della spesa. Serve a ricordarti che cosa devi comperare, e quando hai comperato puoi distruggerla perché non serve a nessun altro. Ogni altra cosa che scrivi, la scrivi per dire qualcosa a qualcuno.

Umberto Eco

lunedì 10 novembre 2008

Decidere di sè

Ultimamente la sessualità diventa un punto dolente.
Chi ama chi? Che senso ha il sesso?
Ma non l'amore che ci rapisce e sconvolge fisicamente, che sa di labbra rosa e dita tremanti. Si parla di noi, di cosa siamo e cosa amiamo, alle volte anche come lo amiamo. In segreto, segretissimo... Mi chiedo nella bilancia la felicità in quale piatto sia pesata. Mi vedo triste nei loro occhi così impauriti a contatto col mondo. Quel mondo che mi sorride e mi porge fiori come madre e moglie. Così perfetta nella mia decisione. Vorrei veramente fosse così facile per tutti. Alle volte mi chiedo come si concluderanno le loro storie, mentre io già mi beo nel lieto fine. Quanta voglia di combatter per se stessi solo per trovarsi. Chi sa se io ne avrei mai avuto la forza. Se avrei potuto rinunciare ad esser donna. Ora che mi vedo sporca di farina di tentati ravioli, stivali in gomma in un angolo del soggiorno di un'improbabile giardiniera, giochi di bimbi, ossa per cani e gomitoli di lana. Un sigaro spento sotto una lampada calda di studio...la famiglia perfetta. Vorrei riuscire a vedere la loro felicità negli occhi della gente, che tanto temono. Vorrei poter vedere come vorrei.

martedì 4 novembre 2008

La mia alba interrotta

Oggi mi sono messa comoda...
Fuori pioveva e così non ho avuto bisogno d'aprire le persiane. Si respira odore d'inverno oggi e ho pensato che la cosa migliore da fare era rinfilarsi sotto le coperte e regalarmi un momento. Ho sistemato tutto come una sacerdotessa sistema gli oggetti per il suo rituale. Ogni mio gatto aveva la sua copertina su cui riposare, il più grande sulla poltrona e la più piccola ai miei piedi sul piumone. L'unica luce soffusa era data dalla bajour accanto alla quale era appoggiato un fazzoletto nel caso qualche lacrima fosse scesa...
Dopo qualche minuto di lotta fra il bene e il male, le acque si sono calmate fra profonde fusa, io avevo fatto tutto ciò che dovevo fare per non dovermi più alzare finchè non avessi terminato quelle ultimissime 200 pagine.
E' la prima volta che scrivo per la fine di un libro, o di una saga. E' uno strano dolore e una strana perdita quando si arriva alla parola FINE in un libro.
Sai che il momento si avvicina perchè senti più volume nella mano sinista e una parte di te non vuole capacitarsene. Alle volte ho prorogato torturandomi fra il desiderio e il dispiacere. Potrei rileggere sì, ma so cosa aspettarmi e quei personaggi non saranno mai più altrettanto vibranti e vivi nella mia mente.
Alcuni libri un giorno forse potrò prenderli da capo e rileggerli ad orecchie nuove, rivivendoli per riflesso come se fosse la prima volta.
Con questi libri però non potrò farlo. Non posso perchè dev'essere un'esperienza intima nelle palpitazioni del cuore e nelle lacrime, quindi meritava che la parola FINE fosse letta con una certa venerazione.
Il tempo si è fermato o è accellerato, collassato su se stesso, come se i due antipodi si fossero ricongiunti senza più alcuna distinzione e importanza, non m'importava che avessi perso o guadagnato.
Ero lì dentro, spettatrice e personaggio, l'ultimo della fila, quello di cui non ci si ricorda il nome, eppure ero lì con loro a dare il mio appoggio. Vedevo tutto e al contempo sentivo i loro odori, foglie e miele...ed ecco che un po' di me vi è rimasta intrappolata, per sempre, fra quelle pagine a vagare e rivivere, fra carta e mente, mentre la luce di plastica mi indicava che questo giorno di piogga doveva ricominciare a scorrere nella mia vita da comune mortale, il sole è sorto da un pezzo anche se oggi non l'ho visto!
GRAZIE