Tutti a consigliare di cambiare, di rinunciare, di esiliare.
Nessuno che ti dica continua a soffrire e lotta, lotta sempre per quello in cui credi e per quello che senti.
Allora gli occhi vengono d'improvviso folgorati dalla verità, che molti grandi poeti son stati curati perchè pazzi e son rimasti pazzi nonostante le cure e c'hanno regalato le più grandi emozioni di questo secolo.
Non farti curare mai, non farti dire quali rami tagliare che in natura nessuno taglia i rami agli alberi, sono loro a spezzarsi quando non ce la fanno più. Ma oramai nessuno tollera l'imprevisto, tutto calcolato, anche il dolore.
Non farti dire quello che non ti serve perchè quando non ti servirà più lo lascerai andare e in quello stesso momento ti sentirai sollevato.
Fino ad allora lotta con tutte le forze che riesci a trovare, con tutta la dignità che puoi possedere, lotta di strategia ma da una trincea, lotta come un giocatore di scacchi seduto per 20 ore davanti ad un tavolo fra il bianco e il nero senza fame e senza sete.
Perchè?!? Per regalare al mondo quello che più gli manca, la passione.
Visto che non hanno abbastanza coraggio per viverla almeno noi raccontiamogliela una bella storia.
[...]
Da quella prima volta che i duellanti si sono incontrati e hanno iniziato a odiarsi di quel furore che solo gli scacchi sanno suscitare, sono cambiate molte cose. L’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche non esiste più, la guerra fredda è finita, l’Armata Rossa che strategicamente veniva spostata dal Politburo sulla grande scacchiera del pianeta si è dissolta, è cambiato il modo stesso di combattere le guerre, è mutata l’economia, la società, la politica, da una parte e dall’altra del Muro, che pure è caduto.
Ma i duellanti sono ancora lì, immobili e immutati, impietriti, in bianco e nero, come il Cavaliere e la Morte. La partita continua. La Sfida, per essere davvero tale, deve essere eterna.
Si ritroveranno oggi a Valencia per una esibizione che nel mondo degli scacchi suscita attesa, commozione, curiosità. Per Kasparov e Karpov significherà solo una cosa, la stessa di sempre: sofferenza. Venticinque anni fa, nel glaciale silenzio della sala delle Colonne, al Cremlino, in quell’epico scontro, i due figli giganti del più antico gioco del mondo soffrirono ininterrottamente dal settembre del 1984 al febbraio del 1985. Per conquistare il titolo di campione erano necessarie sei vittorie. I due Maestri giocarono 48 partite. Karpov ne vinse cinque, Kasparov tre, le altre 40 finirono in pareggio, fino a che la Federazione Internazionale decise di sospendere la sfida a salvaguardia della salute mentale dei contendenti. Karpov e Kasparov fino a quel momento erano rimasti seduti davanti ai loro pezzi per oltre 200 ore, avevano mosso 1652 volte, e avevano perso cinque chili di peso uno, sette chili l’altro. Quando non giocavano, studiavano. E quando non studiavano, giocavano. Le ore di sonno erano ridotte al minimo. La tensione psico-fisica era al punto di rottura. Ma se non li avessero interrotti, entrambi avrebbero continuato a giocare, sarebbero andati avanti all’infinito, come in quelle stampe antiche in cui si vedono due giocatori che cominciano la partita ragazzi e la finiscono vecchi.
[...]
La sfida tra i due titani della scacchiera, i due «K» che con la loro forza di gioco hanno rifondato quella particolare forma di filosofia matematica che sono gli scacchi, dura da 25 anni, tra match e riposi. Al nuovo duello di Valencia si sono preparati con cura, come sempre. Kasparov si è allenato in Norvegia con il giovane prodigio Magnus Carlsen, 18 anni; Karpov si è isolato per una settimana sulla costa spagnola lavorando con diversi maestri e il computer.
Oggi torneranno a sedersi uno di fronte all’altro e ricominceranno a odiarsi, come sempre. Chi vincerà, è indifferente. Shah Màt. Comunque finirà, morirà un re.
Luigi Mascheroni - Lun, 21/09/2009 - 09:07
giovedì 26 febbraio 2015
sabato 14 febbraio 2015
La rabbia e L'amore.
- D. Millman
Quanto sto pensando all'amore, quanti libri, quante poesie, quanti discorsi...
Perché è qualcosa di magico quando vi è fra due persone, è più sconvolgente quando c'è fra due amici, è devastante quando sorpassa la specie.
E quanta rabbia accompagna l'amore costantemente, quando ti paralizza in lacrime e ovunque nel tuo corpo rimane solo "PERCHÈ?!?"
Un tempo avrei detto "toglietemi tutto" oggi affamata direi "datemene ancora, posso portare dentro ancora più rabbia e tutto l'amore."
domenica 8 febbraio 2015
Lettera ad una me stessa
Un giorno anche a te diranno che con il tempo passerà tutto, ma tu non sarai tutti e per te il tempo è solo un insieme di numeri e fra il primo minuto ed il secondo vi è l'infinito.
Non rimanere ad aspettare che arrivi, sicuramente, qualcuno di migliore. Rischi di aspettare all'infinito te stessa...
Non chiedere consigli o opinioni sulla tua vita perchè tanto non ti serviranno a molto, visto il continuo mutamento di ciò che siamo, e ti auguro che non avvenga mai in te un cambiamento dettato solo da un giudizio.
Cerca di rimanere fredda e razionale come chi è pronto alla battaglia, devi proteggere bene il tuo piccolo fuoco che anima i grandi ideali.
Ripara il tuo corpo e nutri la tua mente.
Ricomincia da capo, ricomincia dalle piccole cose come stare in piedi, camminare, poi impara di nuovo a parlare e guarda, guarda tutto, stupisciti e commuoviti.
Ama tutto quello che esiste nel mondo e tieniti lontana da tutto ciò che è privo di bellezza.
Cerca bene tutto quello che ancora brucia dentro gli occhi e nei cuori, circondati solo di veri guerrieri.
Oggi non so dirti se tutto questo servirà a qualcosa, sono ancora disperata a proteggere questa fiamma, che ci soffiano sopra da tutte le parti ed il vento... sapessi che vento, c'è tanto di quel freddo.
Posso solo dirti che sono fiera di me e di tutto l'amore che riesco ancora a dare e che gioco se c'è da giocare. Sono fiera di pensare ancora al dolore, prima a quello degli altri e solo alla fine al mio.
Fa veramente freddo e se potessi ti abbraccerei fino a far divampare nuovamente questi fuochi, finché non ricominci a respirare, perchè questo è un percorso a ritroso e solo dopo che sei stato abbracciato amorevolmente credo che ricomincerai a respirare come se fosse una cosa normale.
Non rimanere ad aspettare che arrivi, sicuramente, qualcuno di migliore. Rischi di aspettare all'infinito te stessa...
Non chiedere consigli o opinioni sulla tua vita perchè tanto non ti serviranno a molto, visto il continuo mutamento di ciò che siamo, e ti auguro che non avvenga mai in te un cambiamento dettato solo da un giudizio.
Cerca di rimanere fredda e razionale come chi è pronto alla battaglia, devi proteggere bene il tuo piccolo fuoco che anima i grandi ideali.
Ripara il tuo corpo e nutri la tua mente.
Ricomincia da capo, ricomincia dalle piccole cose come stare in piedi, camminare, poi impara di nuovo a parlare e guarda, guarda tutto, stupisciti e commuoviti.
Ama tutto quello che esiste nel mondo e tieniti lontana da tutto ciò che è privo di bellezza.
Cerca bene tutto quello che ancora brucia dentro gli occhi e nei cuori, circondati solo di veri guerrieri.
Oggi non so dirti se tutto questo servirà a qualcosa, sono ancora disperata a proteggere questa fiamma, che ci soffiano sopra da tutte le parti ed il vento... sapessi che vento, c'è tanto di quel freddo.
Posso solo dirti che sono fiera di me e di tutto l'amore che riesco ancora a dare e che gioco se c'è da giocare. Sono fiera di pensare ancora al dolore, prima a quello degli altri e solo alla fine al mio.
Fa veramente freddo e se potessi ti abbraccerei fino a far divampare nuovamente questi fuochi, finché non ricominci a respirare, perchè questo è un percorso a ritroso e solo dopo che sei stato abbracciato amorevolmente credo che ricomincerai a respirare come se fosse una cosa normale.
lunedì 2 febbraio 2015
La realtà è che siamo degl'ipocriti del cazzo
Je ne suis rien.
Je suis moi même,
une lame tranchante.
Je suis moi même,
une lame tranchante.
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