
Alle volte me lo ricordo proprio bene cosa vuol dire non esser reali.
Me lo sento nel sangue che scorre nelle vene, quest'assurda voglia di avere le ali.
E' più di una necessità, è un ricordo che sa di mancanza.
Come qualcosa che m'hanno reciso ingabbiandomi qui, in questo covo di umani.
Così alle volte mi sento leggera, mi sento me stessa...e poi piombo a terra, schiacciata da tutta questa pesantezza.
I miei occhi volano aggraziati sulla trasparenza e l'eleganza dell'ali dipinte ed è come ricordarsi.
Perchè ho rinunciato?!?
Forse c'era davvero qualcosa di bello o forse chi lascia la via vecchia per la nuova sa quel che perde e non sa quel che trova.
Curiosità, sicuramente la mia pecca in tutte le vite.
Spingersi fino a mangiare la mela, dispiacersi ma poi rifarlo e rifarlo ancora.
Non è un comune senso del proibito, quella voglia di trasgredire per sentirsi vivi, è un dimenticarsi d'esser grandi, una voglia d'avventura che sa di favola, un vedere il mondo con gli occhi pieni di luce, ammirandone i colori ma più che altro le ombre.
Manca però arrivare vicino alle cose che son così alte...per ammirarle!
La vita manca d'ali che non sono solo l'idea di libertà quanto di bellezza, l'idea che la gente ha di fascino.
Tolte le ali me ne sento priva, era in loro la mia forza e il mio orgoglio.
Ma un giorno me le riprenderò!
2 commenti:
"E'l naufragar m'è dolce in questo mare."...!?...
Ciao e un caro saluto!
"rivoglio le mie ali nere, il mio maantello. La chiave della felicità è la disobbedienza in se' a quello che non c'è....!"
Afterhours - quello che non c'è.
arrivo qui per sbaglio da u altro blog che hai commentato....e mi ci rivedo... 6/8 anni fa... mi ci rivedo tanto....
cmplmts
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