C’è una sola cosa che si scrive solo per se stessi, ed è la lista della spesa. Serve a ricordarti che cosa devi comperare, e quando hai comperato puoi distruggerla perché non serve a nessun altro. Ogni altra cosa che scrivi, la scrivi per dire qualcosa a qualcuno.

Umberto Eco

mercoledì 16 luglio 2008

Dimmi...

Ogni volta che ascolto questa canzone verso una lacrima perchè la sento dentro la mia vita in ogni singola parola, perchè so cosa vuol dire il tempo che passa.

Dimmi, dimmi..
Cammini piano,
cammini come puoi... sulle domande
che ora ti fai
ed hai paura
che le risposte siano più vicine.
E tra le cose che non sai,
forse è la più grande che non mi dirai:
dove te ne andrai?
quando partirai?


Parlami del tempo che passa,
di quello che resta,
dei ricordi e della chiave nascosta... dei sogni... che hai
dimmi...
dimmi...

Cammini piano sopra le verità
che dici lento,
come chi sa
che non ha il tempo per dirle ancora un'ultima volta
ho visto le tue lacrime mentre ti gridavo voglio andarmene
e adesso che sei qui
e cerchi le mie mani...
Parlami del tempo che passa,
di quello che resta,
dei ricordi e della chiave nascosta,
dei sogni che hai
di quando c'era lei nei giorni tuoi,
ora che i giorni non passano mai,
e l'hai trovato poi il senso di questo vagare?
dimmi...
Dimmi, l'hai capito poi il senso di questo vagare, dimmi?
Dimmi...
Francesco Renga

martedì 15 luglio 2008

Alcatraz non è mai stata così grande!

Mi chiedo a cosa serva restare.
Ogni gesto è oggetto di egoismo e non vedo cosa mi lega ancora alle responsabilità se non la paura.
Però zaino in spalla e gatto al fianco...in marcia verso un lungo peregrinare.
Il mondo non m'appartiene.
Non questo fatto di metropoli e falsi miti, non questo racchiuso in una scatola di luci dall'architettura incerta...dicono moderna!
Vorrei riprendermi la natura e i colori deviando per boschi e giungendo al mare per cercare la tempesta!
Non è un cercarmi, non è una mancanza quella che devo colmare, è un semplice fuggire.
Non voglio fare come l'eremita che rinuncia a sè, voglio tenermi e vivermi in tutta me stessa non concedendomi agli altri.
Ai loro petulanti giudizi, ai loro sguardi di rassegnazione, invidia e rabbia.
Neanche mi rimane la voglia di una casa perchè adesso pare che non esista cosa che possa trattenermi. Niente giardini e grandi vetrate che immagazzinano ameni e statici paesaggi.
Nessuna voglia di vivere così come dobbiamo vivere...attaccati alla vita!
Così cerco di fare una lista di "perchè sì" non difficili da trovare, sempre gli stessi che mi tengono ancorata.
Perchè chi fugge è codardo e c'è qualcosa che non te lo perdona, che anche a mille miglia ritornerà l'insoddisfazione che non hai combattuto, ma semplicemente evitato.
Vedere un mondo lontano non m'insegnerà a vedere perchè è vicino che devo imparare a notare, riempirsi gli occhi di cose non m'insegnerà a cercare particolari.
Il mondo visto nell'insieme dev'essere spettacolare ma è nel dettaglio che diventa vero.
Se penso che ancora ho da imparare tutto questo prima di concedermi di "staccare" mi sento già vecchia e rassegnata.
Incatenata dalla responsabilità di dare e fare per ripagare qualcuno che neanche me lo ha chiesto.
Solo codarda.
Nessun vestito da sposa per attraversare l'inferno.
La fiducia è morta con la consapevolezza.
L'idea della libertà racchiusa in un carcere di massima sicurezza.