C’è una sola cosa che si scrive solo per se stessi, ed è la lista della spesa. Serve a ricordarti che cosa devi comperare, e quando hai comperato puoi distruggerla perché non serve a nessun altro. Ogni altra cosa che scrivi, la scrivi per dire qualcosa a qualcuno.

Umberto Eco

mercoledì 22 ottobre 2008

Jolly

Io non posso pensare così. Se lo facessi mi lascerei morire e l'ultima cosa che voglio è passare una vita morendo o aspettando la morte.
Accetto il fatto d'essere un risultato di vari numeri od operazioni ma voglio credere che quando ho diviso avrei potuto anche moltiplicare altrimenti è stato tutto inutile. E' stato inutile soffrire così tanto e rimanere sospesi a quella roccia che mi salvava dal precipizio...potevo staccare prima la presa tanto qualcuno mi avrebbe presa per mano per non farmi cadere.
Io non voglio vivere così!
Non voglio che le persone che amo vivano così. Non voglio che non sentano mai quel brivido dietro la schiena, io non ce la faccio a pensare che "posso" e gioire di questo mentre lascio il mondo così com'è.
Io ho passato la vita a cercare qualcuno che fosse come me e spesso ho cercato di far diventare simili a me persone che volevano solo i loro schemi, ho sbagliato!
Sbaglio sempre quando parlo è per questo che ciò che scrivo non va letto perchè tante volte sono stata mandata via dopo aver sconvolto gli animi di chi mi circondava e non è una bella sensazione.
E non è una consolazione sapere che non sono la prima ad essere così e non sarò l'ultima è una consolazione essere ora persone simili insieme.
Caspita, anche in un mazzo di carte i Jolly sono sempre due!
Già...la storia del Jolly...
Alle volte ci sono libri e scrittori che ti segnano profondamente, è come se avessero scritto con un ago ogni parola sulla tua pelle fino a lasciare solo cicatrici:"Il Jolly si aggira senza pace fra gli elfi, come una spia nella fiaba. Arriva a certe conclusioni, ma non ha nessuno a cui riferirle. Soltanto il Jolly è ciò che vede. Soltanto il Jolly vede ciò che è".
Si potrebbe pensare che sia bellissima una cosa del genere...Guarda quale meraviglia è stata creata solo per pochi Jolly, ma poi pensa...in quanti giochi è incluso il Jolly?
Pochi, forse i più interessanti è vero. Però rimane il fatto che per la maggior parte del tempo si sta da una parte a guardare perchè proprio non siamo inclusi e lo senti che non è un gioco per te non puoi forzare quelle regole senza distruggere o scombinare ciò che a loro piace tanto.
Poi si pensa ad un'altra frase dello stesso scrittore che dice:"Il semplice fatto che il mondo esiste significa che i confini dell'inverosimile sono già stati oltrepassati"e allora non si può far altro che sorridere e pensare "al diavolo chi non vuol vedere!"

martedì 21 ottobre 2008

Dualismo

Hai mai notato come in una persona crescano contemporaneamente l'attitudine al bene e al male?! Se così non fosse si creerebbe un disequilibrio e forse ciò porterebbe alla pazzia. Strano come la volontà di diventare un angelo porti ad un odio così profondo verso ciò a cui tendiamo con tanta speme e ci tramuta nel demone più vicino a colui che è caduto. Più fai del bene più sai fare del male. Più conosci l'animo umano più potresti manipolarlo a tuo piacimento, cos'è che spinge a non farlo?! Sinceramente non il mio karma, dato che non m'interessa minimamente. Strano sentir combattere due titani questa infinita lotta dentro di me, sono così opposti, il bene estremo ed il male estremo e si combattono amandosi e con la consapevolezza che la vita senza l'altro sarebbe vissuta a metà. Non sono il diavoletto e l'angiolino dei cartoni animati, sono qualcosa di gigante e si muovono pesanti e antichi di milioni e milioni d'anni. Si può non essere onorati di essere il loro campo di battaglia?!? Tutto questo in me e per me, stupenda ogni ferita, stupendo ogni volta che qualcuno cade, stupendo come si aiutano l'un l'altro ad alzarsi confondendo a volte i loro ruoli e come subito ricomincino a lottare con tanta violenza però non c'è mai pace...non c'è proprio mai e io mi chiedo chi siamo noi per volere la pace mondiale se non sappiamo portarla in noi stessi? Non si è capito nulla di ciò che siamo, ci crediamo creature divine là dove non lo siamo e ci sentiamo le più infime creature là dove siamo dio.
Come pensare di fermare guerre e odio, di esplorare galassie e portare da noi cose che per natura non ci appartengono, quanto saranno inutili le sonde spaziali che inquinano le nostre stelle di pezzi d'uomo quando ancora non sappiamo chi siamo?!?
Mi chiedo quanto sia stato deriso e frainteso il grande jolly d'Atene quando diceva "conosci te stesso", immagino già le risposte dette con un tono quasi di derisione "caro Socrate, io so chi sono, sono Nicoletta, abito a Firenze e studio per diventare architetto". Che nausee deve aver avuto tutte le volte il povero Socrate chi sa quanto ha compatito colui che s'identificava nel proprio nome. Pensaci l'uomo ogni volta che trova qualcosa di sconosciuto gli da un nome, come se così fosse tutto più chiaro, quell'erbaccia con protuberanze spugnose non è un qualcosa di schifoso ma affascinante è un qualcosa che molto probabilmente ha un nome in latino, se chi l'ha "trovata" è stato tanto magnanimo da non metterle il suo nome. Quindi va tutto bene...io sono Nicoletta, tu sei Sempronio e tutti gli altri hanno un altro suono che emesso li costringe a voltarsi e a salutarci, ma con che coraggio rispondiamo alla domanda "chi sei?" dicendo "sono Nicoletta"?! Non ho la più pallida idea di cosa sono veramente, sicuramente qualcosa che c'incastra poco con "Nicoletta" e un po' di più con "Nico". Perfetto, oggi mi sono sdata scrivendo così tante volte il mio nome, ho un ego soddisfatto come non l'avevo mai avuto.

venerdì 17 ottobre 2008

Pietra...miracolo di vita!

Credo che il concetto d'architettura sia stato distorto col tempo perdendo così il concetto di natura ad essa legato. Così l'uomo si lega al plexiglas dimenticandosi la pietra. Copre il cielo con enormi tensostrutture dimenticandosi le stelle. Rincorriamo un progresso fatto di tacchi a spillo credendo che un nudo sia blasfemo.
La bellezza è corrotta dall'accessorio e persa in mille particolari che però non hanno quasi niente di veramente eccezionale. Purtroppo non riusciamo più ad interessarci di cose lontane, nel tempo e nello spazio, dalla nostra persona. L'auto che tutto avvicina e tutto distrugge altro non è che un mezzo per portarci fra altre persone in luoghi affollati. Architettura architettura in che mani sei finita?!?
Nessuno ha più tempo d'innamorarsi di te dal principio e aspetta di vederti morire per intrappolarti in teche di vetro, attorno a loro chi sa però che cosa sorgerà?!?
Nuovi templi che a loro volta saranno lasciati cadere...
Siamo vecchi ma non così tanto da sentirci ancorati ai nostri luoghi, da sentirci in dovere verso la nostra terra. Mi sento qualcosa di stranamente distante da questa nostra società...fortuna che magari ci sono io che conserverò per la prossima me queste pietre che tanto bene s'intonano ad un cielo in burrasca!