lunedì 21 novembre 2016
John G. Bennett
...le emozioni sono paragonate ai cavalli che trainano la carrozza, che è il corpo, e si dice che essi siano incompresi e maltrattati dal vetturino, che simboleggia la mente.
Poiché ai sentimenti non si dà l’opportunità di partecipare all’attività creativa, essi cercano forme non necessarie di stimolazione e si invischiano nella fantasia, che è molto facilmente associata al sesso.
Il cavallo nel suo insieme, per via della negligenza di quelli intorno a lui nei suoi primi anni di vita, e della sua costante solitudine, è come se fosse bloccato su se stesso; ovvero, la sua cosiddetta “vita interiore” è volta all’interno, e nelle manifestazioni esterne non ha nulla che non sia inerzia.
Non avendo mai visto, in nessuna delle manifestazioni nei suoi confronti, il benché minimo amore o amicizia, il cavallo è ora pronto ad arrendersi completamente a chiunque gli faccia la più piccola carezza.
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