Oggi ho perso la mia dignità. In un silenzio soffocante di sonno sono caduta in lacrime. Vorrei dimenticare da una parte e dall'altra esorcizzare l'evento e riderne ma l'unica cosa che invece mi sento di fare è scriverne...
In questo mondo fatto di mille battaglie oggi ne ho persa una e mentre la perdevo venivo premiata, cosa altamente contraddittoria in sè per sè.
Gli esami universitari sono sempre una scoperta, non sai mai chi ti giudicherà e per cosa verrai giudicato. Il tuo sapere?!? Il tuo lavoro?!? La tua dialettica?!? La tua simpatia?!?
Passi esami con grandi voti restando zitto, bocci esami ai quali hai donato più del sangue per ragioni così assurde...
Ogni volta si deve esser pronti a venir demoliti, come persone.
Sinceramente incomprensibile!
A questo punto non si sa mai quale sia la conclusione migliore ma oggi...bè oggi...è stato un altro di quegli esami su cui dormirci su e sui quali riderò fra qualche mese. Un bel voto in cambio delle mie lacrime, non ne sarebbe mai valsa la pena, ma la stanchezza, la malinconia, il sapere che potevi aver deluso chi ti aveva preparata con tanto impegno.
Non ho comprato niente che già non possedessi ma ho perso la mia dignità nella consapevolezza di non aver dato tutto quello che avrei dovuto...che mi era stato dato.
Mi sono scoperta per la prima volta a stimare chi mi aveva insegnato, a ringraziare chi mi aveva guidato a sperare che nella vita la gente abbia più voglia di darti che di prenderti.
mercoledì 26 settembre 2007
mercoledì 12 settembre 2007
25 anni e ancora il mondo gira

Sono invecchiata...un anno ancora...e con questo fanno 25!
Ai tempi del liceo non avrei mai scommesso che la mia vita sarebbe stata tanto lunga, non aveva un significato per il quale valesse la pena di farla durare così tanto.
Io non le avevo mai dato alcun significato.
Al contrario credevo che avvicinarsi ai trent'anni volesse dire arrivare ad una meta grigia ed insignificante in cui cerchi qualsiasi modo per attaccarti alla giovinezza sparita. Ho sempre pensato che a trent'anni l'anima subisse un mutamento, che si vampirizzasse.
Questo correre a ritroso degli adulti con le frasi "ricordo che alla tua età...", "quando ero giovane anch'io..." ecc ecc m'infastidiva fino alla nausea e mi sentivo come se mi volessero rubare quel tempo in cui m'eclissavo dal mondo.
Ora invece io ho 25 anni e mi ritrovo a metà fra il giorno e la notte.
Sì, mi sento invecchiata, mi burlo della mia stanchezza, del non voler andare a ballare, di non voler frequentare locali con ragazzini più giovani.
Nessuno scommetterebbe e vincerebbe cercando d'azzeccare la mia età...grazie al mio patto col diavolo probabilmente sembrerei ancora troppo piccola per frequentare i locali succitati.
Eppure il mio corpo appena adolescente è succube d'una mente millenaria che si sta preparando ad una nuova fase.
Adesso mi riempio di case, di pietre, di vecchio che invade e respira. La mia mente non vaga più come un tempo in un'architettura straordinaria fatta di curve e di sfere, adesso è pesante di chiese e teatri vissuti ed è come se avessi piantato le mie fondamenta.
A trent'anni mi sarò tramutata in un vecchio vampiro che affascina ed illude vittime ignare affermando convinta che quella è la miglior'età e la miglior vita, ma non cercherò di far mio nessuno rubandogli il tempo, perché già avrò un compagno che mi starà accanto. Egli avrà visto tutto ciò che ho visto io, triste e gioioso per le medesime mutazioni assieme a me consumate.
Alla fine non era poi così bello avere vent'anni, con quelle costanti incertezze, con quei grandi dolori e quella inesperienza nel cuore.
Alla fine non è tanto male esser cresciuti restando bambini in un mondo parzialmente sognato.
Alla fine forse tutto è bello solo perché ho trovato con chi crescere e forse invecchiare.
giovedì 6 settembre 2007
Virgola e a capo
Tutti abbiamo un piccolo vuoto dentro da colmare con qualcosa, il difficile è capire con cosa dobbiamo riempire questo pezzettino di noi.
Strano a dirsi...io avevo bisogno d'un gatto!
Alle volte ciò che manca è fiducia, comprensione, amore e arriva da noi stessi, da un collega o da un figlio ed invece io avevo bisogno d'una compagnia silenziosa e gorgogliante.
E' come se avesse riportato a galla una parte ormai riposta della mia persona, quella che sa di non essere del tutto "normale".
La gente cerca sempre di distinguersi da una massa che neanche conosce, io nella mia vita invece ho sempre cercato di fare il contrario, uniformarmi a tal punto d'essere invisibile tra la gente e solo a tratti osservata. Avrei voluto esser vista solo da persone speciali che non vedessero me ma quell'alone di pace che stavo cercando di costruirmi attorno da anni. Ma non è così facile quando poi ti guardi allo specchio e noti i canini appuntiti o un orecchio da elfo, il carnato troppo pallido e le spalle da fumetto. Mi fissavo in quello specchio sicura che da un momento all'altro quell'immagine avrebbe preso a burlarsi di me cambiando il colore degli occhi e lasciandomi lì da sola senza riflesso.
Io non sono che il frutto di una generazione cresciuta a favole e parabole, che ha imparato così che il mondo d'umano ha ben poco. Eppure sforzandomi, esiliandomi e osservando ero riuscita a perdere questo stato leggero di fiaba che aleggiava sulla mia vita, vedendo allo specchio solo una persona in ritardo. Finalmente non ero più io, ma solo un qualcosa ingoiata dal tempo che passa e altro non avevo da pensare che a prepararmi, correre e affermarmi.
Finché...non è tornato un gatto.
Nei suoi occhi verdi ho rivisto l'esilio d'un tempo dal mondo, lui così fiero e soddisfatto di un'esistenza solitaria. Quasi che con la sua vicinanza potesse parlarmi e ricordarmi che non siamo del tutto diversi, che non sono costretta a colmare un vuoto riempiendo quello e creandone un altro, che posso prendermi i miei spazi di luce e di giochi ma con quegli occhi verdi e vecchi alla sola età di cinque mesi sembra sapere più di ciò che pensavo d'aver imparato in 24 anni. Ho ancora da cercare...
Strano a dirsi...io avevo bisogno d'un gatto!
Alle volte ciò che manca è fiducia, comprensione, amore e arriva da noi stessi, da un collega o da un figlio ed invece io avevo bisogno d'una compagnia silenziosa e gorgogliante.
E' come se avesse riportato a galla una parte ormai riposta della mia persona, quella che sa di non essere del tutto "normale".
La gente cerca sempre di distinguersi da una massa che neanche conosce, io nella mia vita invece ho sempre cercato di fare il contrario, uniformarmi a tal punto d'essere invisibile tra la gente e solo a tratti osservata. Avrei voluto esser vista solo da persone speciali che non vedessero me ma quell'alone di pace che stavo cercando di costruirmi attorno da anni. Ma non è così facile quando poi ti guardi allo specchio e noti i canini appuntiti o un orecchio da elfo, il carnato troppo pallido e le spalle da fumetto. Mi fissavo in quello specchio sicura che da un momento all'altro quell'immagine avrebbe preso a burlarsi di me cambiando il colore degli occhi e lasciandomi lì da sola senza riflesso.
Io non sono che il frutto di una generazione cresciuta a favole e parabole, che ha imparato così che il mondo d'umano ha ben poco. Eppure sforzandomi, esiliandomi e osservando ero riuscita a perdere questo stato leggero di fiaba che aleggiava sulla mia vita, vedendo allo specchio solo una persona in ritardo. Finalmente non ero più io, ma solo un qualcosa ingoiata dal tempo che passa e altro non avevo da pensare che a prepararmi, correre e affermarmi.
Finché...non è tornato un gatto.
Nei suoi occhi verdi ho rivisto l'esilio d'un tempo dal mondo, lui così fiero e soddisfatto di un'esistenza solitaria. Quasi che con la sua vicinanza potesse parlarmi e ricordarmi che non siamo del tutto diversi, che non sono costretta a colmare un vuoto riempiendo quello e creandone un altro, che posso prendermi i miei spazi di luce e di giochi ma con quegli occhi verdi e vecchi alla sola età di cinque mesi sembra sapere più di ciò che pensavo d'aver imparato in 24 anni. Ho ancora da cercare...
mercoledì 5 settembre 2007
Forse iniziare un blog è come iniziare un nuovo quaderno di poesie. Viene lasciato alle spalle il vecchio, carico di vita e pesante di un passato che tardava a passare.
Fino a qualleche giorno fa neanche sapevo di volerlo un blog ma poi ho avuto l'assurda speranza di mettervi dentro tutto quel romanticismo che nella vita reale vien fuori in gocce del tutto scomposte. Qua spero di scriver di quella me stessa che pensa e non che agisce, di quelle parole mai dette e non di quelle che invece pronuncio. Vorrei che scrivere ad un pubblico assente dileguasse questo assurdo rossore figlio d'una vergogna insensata che non fa uscire quella creatura delicata che mi vive dentro, perchè non sono solo una persona impacciata e divertente ma vedo che alle volte mi rifiuto anche solo d'ammetterlo.
Come per ogni nuovo quaderno di poesie dedico a questo mio spazio virtuale il mio primo pensiero...
E' l'inizio d'un mondo nuovo che già so pieno d'avventure!
Fino a qualleche giorno fa neanche sapevo di volerlo un blog ma poi ho avuto l'assurda speranza di mettervi dentro tutto quel romanticismo che nella vita reale vien fuori in gocce del tutto scomposte. Qua spero di scriver di quella me stessa che pensa e non che agisce, di quelle parole mai dette e non di quelle che invece pronuncio. Vorrei che scrivere ad un pubblico assente dileguasse questo assurdo rossore figlio d'una vergogna insensata che non fa uscire quella creatura delicata che mi vive dentro, perchè non sono solo una persona impacciata e divertente ma vedo che alle volte mi rifiuto anche solo d'ammetterlo.
Come per ogni nuovo quaderno di poesie dedico a questo mio spazio virtuale il mio primo pensiero...
E' l'inizio d'un mondo nuovo che già so pieno d'avventure!
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