Era tutto il giorno che il telefono squillava, messaggi, notifiche, probabilmente anche due o tre chiamate perse.
Ma lei non lo prendeva dalla borsa, continuava a camminare e ridere.
Lo guardava come se dovesse impararlo per ricordarlo per sempre.
Cercava di compiere solo gesti quotidiani, s'impegnava a mettere un piede davanti all'altro.
Lo carezzava solo con gli occhi.
Non si poneva alcuna domanda.
Lì.
Ad un certo punto arrivarono in un bar, lui si tolse il cellulare dalla tasca e lo poggiò sul tavolino. Lei girò lo sguardo altrove.
"Cosa c'è?" Le chiese
"È l'ora..."
"Pensi che sia tardi?"
Gli occhi di lei si riempirono di lacrime: "È che non lo voglio sapere... non lo voglio sapere se sto sognando."
martedì 24 marzo 2015
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